Il gusto conquista Copenaghen fra mille luci in festival

Il gusto conquista Copenaghen fra mille luci in festival per un inverno brillante

Copenaghen conquista il mondo. Eletta migliore città del Pianeta 2019 dalla guida Lonely Planet. La capitale danese è soprattutto e sempre di più una meta molto invitante e apre l’anno con un caleidoscopio di eventi per tutti i gusti. Anche in pieno inverno. Si comincia oggi con il Copenhagen Light Festival che dopo il successo della sua prima edizione lo scorso anno; fino al 24 febbraio conquista non solo i turisti ma gli abitanti stessi con i suoi giochi di luce e; dalle numerose manifestazioni e appuntamenti in giro per la città.

È possibile scoprire le installazioni luminose con visite guidate, in bicicletta, a piedi, in kayak o con un tour in battello sui canali, ma anche in autonomia grazie una nuova applicazione con mappa interattiva. “La capitale danese del cool è inarrestabile”, ha dichiarato Lonely Planet descrivendo la città premiata e riconosciuta globalmente come centro di riferimento del design e dell’architettura scandinava oltre a essere scena gastronomica in continuo fermento ed avere credenziali eccellenti in ambito di sostenibilità.

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gli 800 anni di Dannebrog,

La conferma è subito tangibile dalle occasioni offerte per tutto il 2019, anno che intanto celebra gli 800 anni di Dannebrog, la bandiera danese, la più antica al mondo che risale al 1219 e quest’anno viene festeggiata a dovere mettendo in risalto design e innovazione. Non a caso la regina Margrethe ha voluto che fosse anche ridisegnato il monogramma.

Un must per chi vola nella capitale danese è sicuramente la visita ai Giardini di Tivoli che per tutto il mese di febbraio (inclusa la prossima festa degli innamorati il 14 febbraio per San Valentino), si uniscono al Copenaghen Light Festival per offrire uno spettacolo meraviglioso composto da 15 installazioni luminose.


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Prima o dopo la visita, se siete in coppia, anche una scelta di cene a lume di candela nei vari ristoranti del Tivoli che propongono situazioni davvero romantiche. Merita di essere provata l’esperienza benessere molto unica e originale nel porto di Copenaghen: un giro dei canali a bordo di un battello-spa rilassandosi in una spa di legno riscaldato. Si può portare anche cibo e bevande a bordo se si preferisce. E dopo un po’ di tempo a mollo, una piacevole sauna calda aspetta gli ospiti all’interno con una vista imperdibile sul porto grazie alla sua finestra panoramica.

Il cibo merita un sosta prolungata a Copenaghen, rinomato centro della gastronomia scandinava con un totale di 31 stelle Michelin (nel 2018) e molti altri top ristoranti tra cui scegliere. Negli ultimi dieci anni, infatti, la capitale danese ha tracciato il suo percorso come uno dei maggiori punti di riferimento gastronomici nel mondo, ma ora anche altre regioni hanno ottenuto questi riconoscimenti.

Se cercate un’esperienza culinaria nuova,

ricca di prodotti freschi e rigorosamente a chilometro zero, la Danimarca è il posto giusto: già solo assaporare il gusto unico dello smørrebrød (il tradizionale panino aperto danese) mette di buonumore così come un pranzo in un ristorante tipico o lasciarsi ispirare dai vari mercatini e dal cibo da strada. Per una serata memorabile fra le novità del gusto più brillante della città merita salire al 23esimo piano del Bella Sky, aperto ad agosto, con splendida vista, molto accogliete e hygge, con cucina eccellente.

Ma la “grande bellezza” gastronomica di Copenaghen si sta concentrando sull’attesissima apertura, prevista a marzo, dell’Alchemist, ristorante di cucina “olistica” dello chef Rasmus Munk, un paradiso di creatività culinaria nel cuore di un edificio storico precedentemente occupato dal Royal Theatre danese. Propone un menu di 50 portate (5 in più rispetto al vecchio Alchimista); Helle Hasting è la responsabile dei vini e ha creato una cantina con oltre 10.000 bottiglie.

La bevanda, alcolica o meno,

è scelta in funzione del menu (composto appunto da 50 piatti diversi) che sono divisi in più gruppi e a ciascun gruppo corrisponde un drink. Le bevande analcoliche sono essenzialmente il kombucha, il kefir d’acqua e il tè. Una cena al nuovo Alchemist dura dalle 3 alle 5 ore per non più di 40 ospiti a sera, accolti individualmente tra le 18 e le 21.30.

Durante la “cena” gli ospiti si spostano più volte nei in diversi spazi del ristorante nel corso della serata dopo essere entrati dalla porta principale di 9 metri quadrati (misura 4 in altezza e 2,5 metri in larghezza) che è stata disegnata dall’artista danese Maria Rubinke e tutta realizzata in bronzo.

Ma cosa significa “cucina olistica”?

“Un pasto è un fenomeno sociale complesso e per capirlo a fondo è necessario fare appello a tutte le scienze conosciute: sociali, umane e naturali. Penso che un approccio olistico applicato alla cucina rappresenti un’impresa al tempo stesso stimolante e in prospettiva feconda”, racconta il co-fondatore del Manifesto della cucina New Nordic, Jan Krag Jacobsen, a proposito della sua fede nella cucina olistica, giusto per capire. IL GUSTO

E lo chef Rasmus Munk

si è sempre ispirato agli antichi alchimisti nel creare i suoi menu e dunque; agli elementi del sistema periodico usati dagli alchimisti nel loro tentativo di trasmutare i metalli in oro. “Vogliamo giocare e stimolare i sensi dei nostri ospiti giocando con i sapori, gli effetti sonori e luminosi, i profumi, le consistenze e l’estetica. Ad esempio; Per alcuni piatti priveremo il nostro invitato di un senso per migliorare la sua percezione negli altri. Rendendo la sua esperienza completamente diversa rispetto a quella che avrebbe sperimentato con l’aiuto di tutti i sensi. Per un altro piatto, giocheremo con la percezione visiva del nostro ospite usando illusioni ottiche”, spiega Rasmus a proposito del suo menu immenso.

La serata all’Alchemist

si conclude in una delle due sale del ristorante sotto un cielo dorato; creato dal designer di luci italiano Enzo Catellani, dove si sperimenta il rituale della cerimonia cinese del tè officiata dal sommelier del tè del ristorante.

E per capire ancora meglio il senso di questa “fede culinaria” che esprime il senso di responsabilità sociale ed etica dello chef. Bisogna sapere che la scelta olistica del cibo attribuisce grande importanza all’aspetto artistico e teatrale di un pasto. Per questo l’Alchemist ha due sale di esperienza sensoriale dove si assiste a performance di artisti e attori che variano 2 o 3 volte l’anno. La nuova location dell’Alchemist si trova a Refshaleøen, Refshalevej 173c.ALTRO:

fonte articolo https://www.huffingtonpost.it/francesca-alliata-bronner/il-gusto-conquista-copenaghen-fra-mille-luci-in-festival-per-un-inverno-brillante_a_23658308/?utm_hp_ref=it-viaggi IL GUSTO

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