PROCIDA • SABATO 19 E DOMENICA 20 GIUGNO 2021
PROCIDA • SABATO 19 E DOMENICA 20 GIUGNO 2021 DA € 35
Bus Da: Salerno – Nocera – Angri – Scafati – Castellammare per PROCIDA
La quota comprende:
– Bus a/r
– Traghetto a/r
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PROCIDA
L’isola di Procida ha una superficie di 3,7 km². Il perimetro, estremamente frastagliato, misura circa 16 km. La superficie comunale ricopre interamente l’isola di Procida e il vicino isolotto di Vivara (0,4 km²), due isole del golfo di Napoli appartenenti al gruppo delle isole Flegree.
Il rilievo più elevato è rappresentato dalla collina di Terra Murata (91 m), sovrastata da un borgo fortificato di origine medioevale.
L’isola si trova a una distanza minima dalla terraferma di circa 3,4 km (Canale di Procida).
E’ collegata da un piccolo ponte alla vicina isola di Vivara.
Le sue coste, in alcune zone basse e sabbiose, altrove a picco sul mare, danno vita a diverse baie e promontori; che offrono riparo alla piccola navigazione e hanno permesso la nascita di ben tre porticcioli sui versanti settentrionale, orientale e meridionale dell’isola. Gran parte del suo litorale viene tutelata dall’area marina protetta Regno di Nettuno.
Tradizionalmente, il centro abitato viene diviso in nove contrade, dette grancìe:
Terra Murata (il borgo più antico),
Corricella (un caratteristico borgo di pescatori),
Sent’cò con il porto commerciale di Marina Grande,
San Leonardo,
Santissima Annunziata (anche detta Madonna della Libera),
Sant’Antuono,
Sant’Antonio e Chiaiolella (un porto turistico nella parte meridionale dell’isola).
ORIGINI DEL NOME
L’attuale nome dell’isola deriva da quello di epoca romana Prochyta.
Secondo una prima ipotesi questo nome deriva da Prima Cyme, ovvero “prossima a Cuma”, come doveva apparire l’isola ai coloni greci nella migrazione dall’isola d’Ischia a Cuma.
Un’altra ipotesi fa derivare il nome dal greco pròkeitai (πρόκειται), cioè “giace”, in considerazione di come appare l’isola, vista dal mare.
Secondo un’altra ipotesi ancora, invece, tale nome deriverebbe dal verbo greco prochyo, in latino profundo: l’isola sarebbe stata infatti profusa, messa fuori, sollevata dal fondo del mare o dalle profondità della Terra.
Dionigi di Alicarnasso infine, nel suo Archeologia Romana volle far derivare il nome da quello di una nutrice di Enea, da lui qui sepolta quando vi approdò.
Secondo il mito greco qui avvenne inoltre la lotta tra i giganti e gli dei, e come Tifeo e Alcioneo finirono rispettivamente sotto il Vesuvio e Ischia, così Mimante fu posto sotto l’isola di Procida.