I Giardini di Ninfa: le aperture, le date e gli orari del 2020
In provincia di Latina, ai piedi dei monti Lepini, c’è un luogo di rara e (decadente) bellezza. Sono i Giardini di Ninfa, una meravigliosa oasi nata sulle rovine di una antica città. È un luogo congelato nel tempo, dove forte è il ricordo della piccola città medievale, se ne trova traccia nei ruderi della chiesa e in quel che resta del castello.
L’Oasi di Ninfa è il luogo perfetto da visitare nel weekend. Insieme al Castello di Sermoneta e il Parco Naturale Pantanello, i Giardini di Ninfa sono di proprietà della Fondazione Caetani.
Ecco una guida alle aperture del 2020 e le informazioni utili per raggiungerli.
GIARDINI DI NINFA
I Giardini di Ninfa si trovano a Cisterna di Latina, al confine tra Norma e Sermoneta, e sono un esempio meraviglioso di architettura medievale e romanticismo; il luogo perfetto per fare un tuffo nel passato, in un mondo fatato che ispirò grandi scrittori come Virgina Woolf, Truman Capote, Ungaretti e Moravia.
Il giardino si estende su una superficie di circa 8 ettari e deve il suo nome al tempietto di epoca romana dedicato alle Ninfe Naiadi, (il suo simbolo se così possiamo affermare) che si trova al centro di un isolotto. Il giardino nel 2000 è stato dichiarato Monumento Naturale dalla Regione Lazio per tutelare l’oasi, l’habitat intorno al fiume Ninfa, lo specchio lacustre da esso formato e le aree circostanti.
Ripercorriamo la storia,
molto turbolenta, della città di Ninfa intorno alla quale sorge questo luogo da fiaba. La piccola cittadina agricola nacque sotto l’impero romano; ma acquistò importanza politica e religiosa più tardi. Quando la palude invase la via Appia e la Pedemontana divenne l’unica strada sicura per raggiungere il Sud dell’Italia; inoltre per questo motivo era obbligatorio transitare per Ninfa. Dopodiché Ninfa ebbe numerosi proprietari nel corso degli anni, tutti appartenenti alla nobiltà romana. Nel 1294 Benedetto Caetani divenne pontefice con il nome di Papa Bonifacio VIII e nel 1298; aiutò Pietro II Caetani ad acquistare Ninfa ed altre città limitrofe, segnando l’inizio della presenza dei Caetani nel territorio pontino per circa sette secoli.
Nel ‘300 Ninfa
fu saccheggiata e distrutta per mano di Onorato Caetani; sostenitore dell’antipapa Clemente VII, avverso al ramo dei Caetani che possedevano Ninfa. La città, rasa al suolo, fu abbandonata e mai più ricostruita anche a causa della malaria che imperversava nella zona. Infatti la costruzione del bellissimo giardino fu voluta da Gelasio Caetani nei primi anni ’20. L’ultima erede e appassionata proprietaria del giardino incantato fu Lelia Caetani che abbinò piante e colori come si fa in un quadro e non ostacolò la naturale crescita delle piante. Rimasta senza eredi, costituì la fondazione Roffredo Caetani per garantire la cura del giardino e valorizzare il territorio lepino di cui fa parte.
Nel giardino di Ninfa ci sono i resti di Santa Maria Maggiore, una chiesa del 900 completa di affreschi, un fiume trasparente attraversato da ponti pittoreschi e piante e fiori provenienti da tutto il mondo.